YANGON (Reuters) - Diverse centinaia di monaci buddisti hanno sfilato a Mandalay, seconda città del Myanmar, mentre dissidenti esortano la gente comune ad unirsi alla protesta contro la giunta militare al governo.
Oltre mille residenti hanno assistito alla processione, hanno riferito testimoni, nel quinto giorno consecutivo di dimostrazioni da parte dei monaci nel paese del sudest asiatico.
"Si è svolto pacificamente", ha riferito a Reuters un testimone che si trova a Mandalay.
I monaci hanno marciato in sette città in tutto il Myanmar ieri, compresa la ex-capitale Yangon, dove ci sono state almeno tre proteste diverse contro il regime.
Nella dimostrazione più grossa, circa 600 monaci hanno camminato a piedi nudi sotto la pioggia per sei ore, circondati da gente comune per mano come a voler costituire un anello protettivo intorno a loro.
Le marce di protesta dei monaci sono diventate un evento quotidiano, un segno che quella che è nata come rabbia civile il mese scorso per il sorprendente aumento dei prezzi del carburante sta diventando un movimento religioso sempre più profondamente ostile ai generali e il loro governo.
Oltre 150 persone sono state arrestate da quando è iniziata la protesta, compresi due uomini che sono stati condannati a due anni di carcere per aver dato acqua ai monaci.
I parenti hanno riferito che la coppia è stata liberata ieri dopo che mille religiosi hanno marciato a Sittwe minacciando nuove proteste in caso del loro mancato rilascio.
Ieri sera, monaci e dissidenti hanno poi fatto appello sulle radio straniere affinché la gente si unisca alla protesta.
I rappresentati di gruppi islamici e cristiani con sede all'estero hanno chiesto ai loro fedeli di supportare i monaci.
Finora i religiosi per strada hanno scoraggiato la gente comune dall'unirsi alle loro processioni per timore di repressioni verso i civili e per assicurare che la protesta resti pacifica.
I ricordi dell'uccisione di una stima di 3.000 persone nel 1988, quando i soldati soppressero manifestazioni pro-democrazia, sono ancora freschi per le strade della capitale.
E noi che ci lamentiamo per ogni idiozia del nostro patetico sistema ci dimentichiamo troppo spesso di chi ogni giorno si sveglia sotto un regime e desidera più di ogni altra cosa la libertà.
sabato 22 settembre 2007
Ecco chi lotta per la libertà e la democrazia
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sono solo dei violenti demagogici populisti antipolitica che aggrediscono, insultano, blaterano!
RispondiEliminaogni riferimento a fatti o persone recenti è puramente casuale...
Eheh, come sempre ci sono Paesi e posti in cui la gente sta peggio e dove queste cose vengono purtroppo represse con la violenza.
RispondiEliminaSperiamo che questa non sia una di quelle volte.