E' un titolo puramente provocatorio quello che ho dato a questo topic, proprio perché voglio sentire le vostre opinioni, razionali e non, ideologiche o no, dettate da religione o volontà e chi più ne ha più ne metta.
Vi lascio solo un po' di link e vi invito a rispondere al sondaggio che ho posto in cima al blog.
Qui per vedere le varie legislazioni.
Qui c'é il testo della 194.
Qui cosa ne pensa l'associazione Luca Coscioni e qui invece il movimento per la vita.
Se avete altri link interessanti da citare fatelo pure.
Permettete che vi posti anche un articolo che ho letto per caso sulla rete, é di qualche giorno fa.
Potete prendere questo come spunto se volete.
A 13 anni può essere costretta ad abortire?La legge e i genitori hanno deciso di si.
E’ il caso di Valentina,una tredicenne di Torino,che una settimana fa ha dovuto interompere la gravidanza,frutto dell’amore con un ragazzo di 15 anni.
Nonostante lei si opponesse con tutte le sue forze,l’intervento è stato eseguito e come conseguenza la ragazza è stata ricoverata presso un reparto di neuropsichiatria per le sue intense reazioni di dolore e disperazione .
Secondo i medici che la curano sarebbe stato meglio che non rimanesse incinta ma non si dovevano trascurare le sue volontà.
giovedì 31 gennaio 2008
Aborto: sfogatevi
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Primo: sull'autodeterminazione. Sarebbe davvero fantastico vivere in un mondo dove tutti sono capaci di decidere assennatamente cosa fare, e non solo riguardo all'aborto. Ma vorrei ricordarvi che il mondo reale non è affatto quello del soggetto illuminato dall'intelligenza. Il mondo vero è pieno zeppo di persone stupide e irresponsabili, che fanno solo che comodo al sistema economico che domina la nostra epoca. Detto questo, non credo che nessuno, uomo o donna che sia, sia in grado di "autodeterminarsi" (che poi "autodeterminarsi" non dovrebbe coinvolgere anche un'altro individuo, o individuo "in potenza" come l'embrione). Non ci servirebbero le leggi altrimenti, non trovate?
RispondiEliminaSecondo: sulla definizione di "vita". La scienza è una gran bella cosa che ci ha fatti arrivare molto lontano negli ultimi secoli, non voglio discuterne. Ma ogni tanto credo che l'attenersi rigidamente a criteri scientifici sia davvero limitativo. Noi non siamo soltanto un ammasso di molecole e interazioni elettriche! Non voglio passare per credente, dato che non lo sono, quindi mi spiego: mi pare evidente che il livello quantitativo della materia (ovvero tutto ciò che la scienza può studiare) sia sacrosanto, e sia la base da cui parte tutto. Ma esiste anche un livello qualitativo (quello dei sentimenti, dell'etica, della filosofia, della psicologia ecc.) che nessuno sa esattamente da cosa sia determinato (Dio, piuttosto che la Natura piuttosto che qualcosa di puramente scientifico e calcolabile), però esiste. La definizione di "morte", per legge, è quella di morte cerebrale (non importa se il cuore batte, se il cervello non funziona sei morto), se ne deduce logicamente che la definizione di "vita" sia vita cerebrale. Di conseguenza: posso essere d'accordo sul fatto che un embrione sia "vita in potenza", che non pensi ecc. ma questo è un solo livello della questione! Lasciate in pace un embrione, e quello diventerà la "vita" che corrisponde alle vostre definizioni.
Terzo:le motivazioni dell'aborto. Sarà il più chiara possibile: io non voglio obbligare le donne incinte a tenersi il proprio bambino anche se non possono/non lo vogliono ecc. Io semplicemente non voglio che lo uccidano (a proposito, aspirare dall'utero materno un embrione esula dalla definizione di omicidio. Per quello serve un coltello, mi dicono). Proprio in virtù di un'intelligenza che ancora non è così diffusa tra la popolazione sono convinta che l'unica soluzione sia COSTRINGERE le persone a pensare bene a quello che fanno prima di farlo. E questo implica tutta una serie di cose che evitano la gravidanza. (Sulla pillola del giorno dopo: io non ho avuto difficoltà a procurarmela quando ne ho avuto bisogno, nel caso in cui in altre parti d'Italia la cosa sia diversa è indubbiamente un problema da risolversi) Ripeto che in casi estremi l'aborto DEVE essere possibile (stupro, malformazioni gravi del nascituro, pericolo di vita della madre ecc.).
Quarto: sulla libertà. Ma di che libertà stiamo parlando? E' una gran bella parola d'ordine del nostro secolo, ma è estremamente lontana dalla realtà. Certo, tecnicamente uno è libero di fare qualunque cosa (anche volare), ma ogni determinata azione implica delle conseguenze (come sfracellarsi al suolo). Io sono libera di uccidere mio figlio, ma non è giusto, e devo accettarne le conseguenze (come rischiare la vita per mano di una mammana). Purtroppo si tende spesso a confondere il "giusto" con il "vantaggioso per me", tanto che spesso le persone fanno fatica a separare i due concetti. Ci sono cose giuste che non sono affatto vantaggiose per noi, ma che dobbiamo accettare. Altrimenti esuliamo dal mondo reale.
Quinto: sulla pillola RU. Ovviamente sono contraria: è un modo per rendere più facile e indolore una cosa che non può assolutamente esserlo.
Sesto: sull'eutanasia. Sono favorevole. Quella è, per usare una definizione precisa, "morte in potenza", quindi.. E, ovviamente, qui si può parlare di "autodeterminazione" che non coinvolge terzi.
Erica, in alcuni punti sei stata molto chiara, in altri meno:
RispondiElimina"Ma esiste anche un livello qualitativo (quello dei sentimenti, dell'etica, della filosofia, della psicologia ecc.)"
"posso essere d'accordo sul fatto che un embrione sia "vita in potenza", che non pensi"
Qui da una parte dici che si considera vita ciò che possiede quei livelli qualitativi (e l'embrione non ha sentimenti nè tantomeno sa cos'è l'etica, la filosofia e la psicologia) e che abbia la facoltà di pensare (e tu stessa dici che l'embrione non pensa, proponendo quindi due argomenti a favore dell'aborto.
Ma poi, contraddicendoti, dici che non ci si può basare sugli argomenti che tu stessa hai elencato:
"Lasciate in pace un embrione, e quello diventerà la "vita" che corrisponde alle vostre definizioni."
Appunto: diventerà. Ciò presuppone che non lo è.
Un'altra cosa: se si ragiona col "lasciate in pace" anche la pillola del giorno dopo (a cui tu sei favorevole) dovrebbe essere considerata sbagliata: essendo un metodo anticoncezionale post-coitale, se non si prende la pillola e si "lascia in pace" l'ovulazione, si crea ciò che diventerà vita. (ovviamente io non sostengo che la pillola del giorno dopo è sbagliata, volevo solo mostrare come il ragionamento del "lasciate in pace", se applicato coerentemente, dovrebbe portare a questo conclusioni).
Sia chiaro: l'aborto non è una passeggiata. Di questo sono fermamente convinto, come del fatto che le donne che scelgono l'aborto (o comunque la maggioranza di esse) vivono quest'esperienza in maniera dolorosa.
La mia posizione è questa: l'omicidio (che tu tiri in ballo secondo me a sproposito) è oggettivamente (cioè scientificamente) soppressione della vita. Purtroppo sull'aborto la scienza non ha dato ancora risposte chiare, forse perchè non ne può dare: prendendo in esame gli embrioni, non c'è infatti una risposta oggettiva per il quesito: quando nasce la vita? cosa si può considerare vita?
A questo punto, siccome non ci sono verità oggettive, ci deve essere libertà di scelta.
Questo non significa che mi schiero a priori a favore dell'aborto (non ti so dire con certezza come mi comporterei se mi trovassi in una situazione del genere): significa solo che riconosco la libertà individuale di scelta su questi temi.
Detto questo, sono completamente d'accordo con te quando dici che, comunque, è necessario un lavoro culturale a monte del problema: sensibilizzare le persone sull'uso del preservativo, della pillola, degli anticoncezionali: questo bisogna fare (considerato anche il fatto che ormai in Italia molti aborti sono fatti da donne straniere, estranee alla cultura degli anticoncezionali). Forse la gente non riesce ad autodeterminarsi, come dici tu, ma io credo che attraverso campagne di informazione serie, che si rivolgano anche ai ragazzi, e che sensibilizzino le persone sugli anticoncezionali (eliminando quindi il veto così pesante della Chiesa Cattolica, primo nemico della consapevolezza culturale su questi temi) si possa fare un importante passo avanti per ridurre ulteriormente gli aborti.
Chiedo scusa, ma mi sono spiegata male. Quando parlavo di livello qualitativo della materia non intendevo assolutamente definire qualità che l'embrione deve avere. Sarei stata ovviamente contraddittoria. Intendevo dire che c'è qualcosa che va oltre la scienza e che, se un embrione non può essere scientificamente considerato "vita", su tutta una serie di altri piani lo è logicamente. Tra le altre cose è impossibile determinare l'età in cui si inizia a pensare (esistono numerose scuole di psicologia freudiana che asseriscono che il subconscio inizi a svilupparsi già nelle prime settimane dopo il concepimento, altri che sostengono che ogni cellula abbia una psiche, ma qui forse si esagera un po'). Ed è anche complesso definire il "pensare". Mi redo conto che questa mia tesi non sia esattamente dimostrabile, e davvero non saprei come spiegarmi meglio di così.
RispondiEliminaSulla pillola del giorno dopo faccio un'ulteriore precisazione: un aborto riguarda un organismo già in una fase relativamente avanzata di formazione, una pillola del giorno dopo riguarda una fase talmente primordiale di formazione (sempre se c'è stato concepimento) che sì possiamo dire con una buona dose di certezza che non sia vita.
Per quel che riguarda le campagne della Chiesa sono totalmente d'accordo: l'istituzione della Chiesa Cattolica è probabilmente la cosa più retrograda e primitiva che conserviamo nel nostro Paese, e specialmente sulle questioni sessuali si dimostra davvero di mentalità medievale.
Per concludere (e scusate i pensieri un po' sconnessi: vado di fretta ma ci tenevo a rispondere) non penso che si possa dare libertà individuale di scelta su temi tanto delicati. E che l'aborto sia un'esperienza terribile non è solo vero, ma anche giusto.
Chiedo ancora scusa per i numerosi errori che troverete nel testo.
Mi permetto di estrappolare due concetti dal tuo post.
RispondiElimina1."Un aborto riguarda un organismo già in una fase relativamente avanzata di formazione, una pillola del giorno dopo riguarda una fase talmente primordiale di formazione (sempre se c'è stato concepimento) che sì possiamo dire con una buona dose di certezza che non sia vita."
Esatto: possiamo dire con una certa certezza che non sia vita, ma non possiamo dimostrarlo. Nè possiamo dimostrare, a mio parere, che un embrione sia vita.
Per alcune persone l'ovulo fecondato è già vita, per altre lo è l'embrione più sviluppato, per altre il feto.
Come ci regoliamo?
Secondo me secondo coscienza.
Ed è qui che intervengo con il secondo punto:
2."Non penso che si possa dare libertà individuale di scelta su temi tanto delicati."
Per me è l'esatto contrario:
Essere d'accordo o meno con l'aborto è un conto.
Essere d'accordo con la legge sull'aborto è tutta un'altra questione: questa norma conferisce la facoltà a chi lo ritenga giusto di usufruirne,non impone a nessuno di utilizzarlo.
Abrogarla o emendarla impedirebbe invece a chi è a favore di ricorrervi.
Non confondiamo la sensibilità personale con la libertà.
Io sono libero di ritenere ciò che voglio, ma non posso imporlo agli altri.
(La discussione era partita proprio dall'ingerenza di Ruini sulla 194, non
sul fatto che l'aborto in sè fosse giusto o meno)
Non voglio fare sofismi o sembrare arido. La mia visione è questa.
RispondiElimina1 La ragazza avrebbe dovuto poter sceglere da sola, e quindi aveva il diritto di tenere il bambino, anche se ancora sotto la patria potestà. (autodeterminazione)
2 Il diritto ad abortire si può salvaguardare fissando PER LEGGE e non per pricipi soggettivi il termine massimo al terzo mese. Naturalmente il diritto a non abortire non si garantisce criminalizzando la pratica come sento da certi sofisti indegni della curia.
Riguardo la scienza e ciò che va oltre essa: sono perfettamente d'accordo che non tutto l'universo delle cose e degli individui sia riconducibile a precise spiegazioni scientifiche (per adesso; riguardo il progredire della scienza non avanzo pronostici, che risulterebbero cadere nel regno della pianificazione puramente utopica del futuro), come disse Luporini, grande compagno materialista fino al midollo (mai stato spiritualista) durante una riunione de C.C. del PCI negli anni 70 mentre cercava di esprimere un giudizio riguardo il deperire della situazione allora attuale nel conformismo e cinismo, nell'oggi e in ciò che c'è perdendo di vista tutto ciò che va oltre; disse "ci siamo dimenticati che c'è l'anima". Come ho detto Luporini era un materialista, ateo e comunista, la sua idea di anima non era assolutamente legata al cattolicesimo, ma al fatto che bisogna ricordarsi dell'esistenza di qualcosa di più profondo rispetto all'apparenza che difficilmente può essere studiato e con più difficoltà classificato(e qui per l'appunto si parla di filosofia, psicologia e psicoanalisi, della morale e dell'etica).
RispondiEliminaDetto questo però, tornando ai nostri cari embrioni, credo che uno stato non possa concedersi il lusso di considerare aempre l'anima (nel senso datole da Luporini), la scienza ha posto delle conquiste e dei giudizi, che correntemente, risultano verificati e verificabili. La definizione di cosa è vita e cosa non lo è, di quando si è morti o vivi è arbitraria e sicuramente non rispecchia la realtà delle cose (che ci è oscura), ma uno stato per poter garantire diritti e doveri non può permettersi sempre il beneficio del dubbio; è essenziale che non si dimentichi della caducità di determinate leggi o imposizioni (caducità determinata dalla conoscenza del fatto trattato in paralleo ai livelli di comprensione e conoscenza del fenomeno stesso), ma per poter garantire, per esempio l'aborto, che secondo me rimane una grande conquista della democrazia, un diritto inalienabile, deve compiere un atto che piò apparire arbitrario.
Come ho gia detto si può discutere riguardo miglioramenti alla 194, non a limitazioni, escludere determinate categorie dalla possibilità di aborto rimane per me un atto che crea diseguaglianza.
Rimango la necessità di "fare" e diffondere cultura sull'aborto, su cosa significhi, nella realtà scientifica e nel mondo dell'anima luporiniana sono perfettamente d'accordo, ma è un atto tanto meraviglioso a parole quanto impossibile nei fatti. Sono convinto che la cultura sia la soluzione ad un'infinità di problemi, ma il problema non è trovare la soluzione, è applicarla, porla in opera.
Non vorrei che il tentativo di diffondere cultura sull'aborto assomigliasse ai duktat vaticani che chiedono l'invio di legioni di ottusi personaggi nei consultori che altro non fanno se non esasperare situazioni gia dure di loro, con montagne di immondizia che prende a piene mani dall'irrazionalismo più puro.
Giovanni
...scusa Silvio, ma non ho capito una cosa del tuo sondaggio: cosa intendi per "questione di volontà"?
RispondiElimina... Appena ho tempo scriverò anche la mia opinione qui...
Eh lo so, non sapevo esattamente come impostare il sondaggio ma diciamo che ho cercato di essere il più ampio e variegato possibile.
RispondiEliminaPer questione di fede penso non abbia bisogno di spiegazioni.
Questione di volontà intendo che una persona sceglie liberamente, o in base alle circostanze, o per pre decisione personale, senza condizionamenti di stampo dogmatico religiosi.
Le altre opinioni spero vengano messe qui (o sono già state messe), dato che sicuramente molti la pensano in tutt'altro modo.
Ora che finalmente mi hanno attivato la nuova connessione ad internet posso intervenire anch’io in questo post!!
RispondiEliminaFondamentalmente sono d’accordo con ciò che ha detto Michele: dato che non è possibile stabilire precisamente quando inizi la vita, e quindi ognuno ha una sua concezione a riguardo, la legge deve stabilire un termine massimo, che è convenzionale, poi sta ad ognuno agire secondo la propria coscienza e sensibilità. Io sono contro l’aborto, ma a favore della legge che lo permette.
La Chiesa non riesce a capire (e non solo riguardo all’aborto)che non è vietando che si risolvono i problemi, ma piuttosto dialogando e cercando di trasmettere certi valori, dando prima di tutto esempio agendo in prima persona, l’altro sarà libero di ascoltarti o no, ma certo non è imponendo un valore morale o etico che questo si diffonde, anzi, spesso si ottiene l’effetto contrario (vedi le invettive di Giovanni, che deve dar contro ai cattolici sempre e comunque… ) .
Detto ciò, ci tengo comunque a precisare che per me l’aborto è un mezzo estremo. Personalmente credo non sarei mai capace di abortire, e questo non è affatto dovuto a convinzioni religiose ecc. (pur essendo credente), ma proprio ad una logica e ad un istinto di maternità che sento. Sentire una vita che cresce dentro di te, avere la possibilità di generare, è un privilegio che solo noi donne abbiamo (non per discriminare, ma credo che certe cose gli uomini non possano capirle fino in fondo, perché non possono viverle in prima persona…), ma è anche una responsabilità, e non riesco proprio a pensare di poter uccidere un figlio, per quanto possa arrivare in un momento non adatto, o avere dei difetti fisici…
Sicuramente ci sono casi in cui la donna si trova in una situazione tale da scegliere l’aborto, e purtroppo anche qui non possiamo stabilire quando una situazione sia davvero estrema e quando no, per cui l’unica soluzione possibile è lasciare alla coscienza di ogni donna la decisione, perché solo da lei dipende la vita del suo bambino, e la sua felicità o meno.
Ma proprio perché credo che l’aborto sia l’ultimo mezzo a cui si dovrebbe ricorrere, secondo me lo Stato, la Chiesa, le associazioni dovrebbero agire sempre di più anzitutto per cercare di evitare che questi casi si verifichino ( e qui non capisco l’opposizione della Chiesa ai contraccettivi), e poi per dare supporto materiale e psicologico alle donne in difficoltà piuttosto che stare a discutere su una moratoria o meno della 194. Non si può vietare l’aborto, semplicemente per il fatto che non si risolverebbe il problema, e si sa benissimo che queste donne ricorrerebbero a vie illegali, mettendo a rischio la propria salute.
Scusate la prolissità del commento, comunque...
Vorrei concludere con una riflessione che faccio sempre quando penso a queste questioni: io sono la nipote di una ragazza madre. Se mia nonna avesse deciso di abortire, ora non sarei qui a scrivervi. Mi fa sempre una certa impressione pensare a quante combinazioni costituiscano in realtà la nostra vita.
Francesca
Cara francesca, una puntualizzazione, sai bene che io do sempre e comunque contro a chiunque creda in una religione ossia ad frutto dell'uomo e non di dio; a chiunque estranei da se una parte della sua saggezza e libertà di pensiero per costruirsi una fittizzia sicurezza e una fittizzia pseudo regola morale che, altro non serve se non a prendere per buono un presunto "significato della vita" che non fa altro che sopire ed alienare. Sai bene che considero ciò il colmo dell'irrazzionalità e sai bene che questo non significa che io sia ateo o agnostico (naturalmente vado fierissimo del mio ferreo anticlericalismo...).
RispondiEliminaSemplicemente mi pare inconcepibile questa volontaria sudditanza al nulla a cui anche persone che stimo e che condividono le mie convinzioni politiche si piegano voluttuosamente.
Questo post era solo per puntualizzare che non sono un anti-cattolico.
Tornando all'argomento principale..
RispondiEliminaE' assolutamente vero che noi poveri uomini mortali non abbiamo la più pallida idea di cosa sia l'aletheia (verità) delle cose, ma ne decifriamo a malapena la doxa (apparenza), ma questo non deve essere una giustificazione per legalizzare un omicidio con la scusa della definizione arbitraria di "vita". E' estremamente comodo per le nostre coscienze, io credo.
Sulla questione del vietare, che non risolve i problemi, sono relativamente d'accordo, ma bisogna fare attenzione perchè una frase del genere può autorizzare praticamente qualunque cosa. Se vietare non funziona, ma bisogna tutelare anche i comportamenti "sbagliati", allora non c'è più limite a nulla: distribuiamo siringhe sterili ai drogati, creiamo corsie riservate agli ubriachi (citazione da Leoni per Agnelli), un telefono azzurro per gli omicidi ecc. C'è un limite oltre il quale uno Stato DEVE vietare, e quelli che non rispettano il divieto e rischiano non possono proprio lamentarsi di come sono andati a finire.
Per quel che riguarda le campagne informative per le donne, siamo assolutamente d'accordo, sono indispensabili, ma non possono essere fini a se stesse. Dal mio punto di vista lo Stato dovrebbe investire seriamente nell'educazione alla sessualità della cittadinanza, a partire dalle scuole medie (anche se, visti i tempi, tra un po' servirà anche alle elementari..) obbligatoria per tutti, in modo da poter prevenire non solo l'aborto, ma anche il contagio da Hiv, per esempio. Tutto ciò dovrebbe portare gradualmente alla possibilità di modificare radicalmente la 194, rendendola accessibile soltanto nei casi estremi di cui ho parlato (anche se ovviamente bisogna decidere caso per caso). Questa legge è stata promulgata per necessità, perchè c'erano troppe donne che morivano per gli aborti clandestini. Nel momento in cui la popolazione è informata e ha i mezzi per prevenire, la necessità cade e lo Stato modifica la 194. Questo sarebbe un grandissimo passo avanti per una società civile.