lunedì 28 gennaio 2008

Perle di saggezza 4


Le donne veramente libere non abortiscono. La donna in molti casi abortisce proprio perché non è libera e la si rende tale se le si dà la possibilità concreta di non abortire.

Cardinale Camillo Ruini, dalla registrazione della trasmissione Otto e mezzo, che andrà in onda lunedì sera su La7.

Mi scusi Eminens, ma perché non chiedere alle dirette interessate?

La storia lo ricorda:
- il referendum abrogativo della legge 40 del 2005 (fallito miseramente per l'astensionismo vergognoso della Chiesa cattolica).
- il caso Welbi, al quale sono state negate le esequie (eppure il Catechismo della Chiesa Cattolica dice: « L'interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all'« accanimento terapeutico ». Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente. » (tratto da wikipedia).


Insomma Eminenza, si goda la meritata pensione e lasci all'eretico mondo moderno di decidere se qualcuno é libero o no.

DiggIt!Add to del.icio.usAdd to Technorati Faves

6 commenti:

  1. Purtroppo devo dare una parte di ragione a Ruini.
    Ci sono donne che abortiscono perchè non possono permettersi di mantenere un figlio, queste donne, quindi, non sono libere di scegliere.
    La libertà di abortire dovrebbe andare di pari passo con il mettere le donne in condizione di poter tenere il bambino.
    Su questo fronte c'è tanto da lavorare, ma non sul fronte della lagge che è più che giusta ed adeguata

    RispondiElimina
  2. Sono d'accordo con te, ma non credo che Ruini abbia fatto queste affermazioni per non attaccare come al solito la legge sull'aborto. ;)

    RispondiElimina
  3. Mi dispiace ma devo dissentire: io sono contraria all'aborto, sebbene sia convinta che ci siano problemi estremamente più gravi da risolvere in questo Paese, prima di pensare ad abrogare/emendare la 194.
    Mi spiego: l'aborto è un omicidio. E questo è un dato di fatto. Come si può pensare che un embrione non sia vita soltanto perchè non pensa (tralasciando il fatto che non c'è un modo per scoprire esattamente a che età inizi a pensare)? Se lo si lascia stare nasce, tanto basta.
    Ovviamente il mio dissenso non si basa soltanto su questo. Sono assolutamente convinta che, all'epoca in cui la 194 è stata introdotta, fosse necessaria, vista la quantità di donne mandate al macello dalle varie mammane armate di ferri da calza. Ma c'è un piccolo dettaglio che forse la sinistra tende a dimenticare: a quell'epoca il sesso era un tabù sociale, e la contraccezione era un segreto che circolava tra pochi (chiedetelo ai vostri genitori!). Oggi una coppia ha tutti i mezzi per decidere coscientemente se correre o meno il rischio di una gravidanza indesiderata. E non venitemi a parlare di preservativi che si rompono: esiste la pillola del giorno dopo per questi incidenti (e posso assicurarvi per diretta esperienza che non è assolutamente difficile procurarsela). Non accetto il parallelismo pillola - aborto, in quanto la pillola è un rimedio immediato ad una possibile gravidanze che si è tentato di evitare, l'aborto è un rimedio tardivo a un errore già commesso con estrema leggerezza. Credo che l'aborto debba (e ripeto DEBBA) essere permesso soltanto in casi limite (rischio di vita della madre, stupro ecc.).
    Con questo non voglio assolutamente sminuire le cause che possono spingere una donna a questa scelta (problemi economici ecc.) ma penso che questo genere di difficoltà non richieda una soluzione così drastica. La via migliore è quella dell'adozione. Hai fatto un errore? Bene, porti avanti la tua gravidanza, guardi in faccia tuo figlio e, coscientemente e provando tutto il dolore che solo una madre può provare nel prendere una decisione del genere, decidi che non puoi dargli una vita decente e lo dai in adozione. Ucciderlo quando ancora non puoi vederlo è solo la scelta più comoda. E più vigliacca.
    Non parlatemi di "libertà" o "diritto" all'aborto, per piacere. E' un controsenso a livello logico: sarebbe come dire "diritto di uccidere"! Parliamo piuttosto di "necessità per comprovate motivazioni". Come può essere un diritto uccidere il proprio figlio? Scherziamo? E' la cosa più contro natura che esista, non può essere un diritto!
    Ho conosciuto alcune ragazze più o meno della mia età che hanno affrontato un aborto. Sapete cosa mi hanno detto? Che una sera, in discoteca, erano troppo ubriache per capire cosa stavano esattamente facendo e... sorpresa! Si sono ritrovate con un bimbo in pancia. Non ditemi che abortire è una cosa difficile, perchè non è assolutamente vero. Queste ragazze hanno fatto un semplice "test psicologico" in cui hanno dichiarato di avere "problemi psicologici" a causa della gravidanza e tanti saluti ai bambini. Essere maltrattate dai medici (che poi potremmo discutere su cosa significa "maltrattate" - a mio parere solo che badano di più alla gente con il cancro che alle ragazzine che non sanno badare ai propri organi riproduttivi) è un prezzo davvero ridicolo per quello che hanno fatto.
    Considero augurabile una futura severa restrizione dei parametri necessari per poter avere accesso alla legge 194.

    Su tutto ciò, comunque, mi permetto di mantere un certo riserbo, dato che non mi sono mai trovata nella situazione. Anche se penso che, nel malaugurato caso, rimarrei della mia idea e mi prenderei le mie responsabilità.

    RispondiElimina
  4. Apprezzo la tua posizione, anche se non ne condivido parecchie linee generiche.
    Vorrei poter dire precisamente la mia posizione, ma credi trovarmi a mio agio lasciando parlare le donne, in questo caso il pensiero di una donna di 42 anni che ho trovato girovagando per la rete.
    Ovviamente se ne troveranno altri e anche molti totalmente opposti, ma questo riassume più o meno quello che é il mio pensiero. Eccolo:

    E’ noto che l’esperienza dell’aborto non viene mai vissuta dalla donna in modo superficiale e indolore. Una simile decisione è sempre estremamente sofferta e non di rado lascia cicatrici difficili da rimarginare.

    Il punto da non dimenticare tuttavia è che solo una donna che si trovi nella condizione di aspettare un figlio può prendere la decisione di non partorirlo: ogni donna è una persona responsabile, in grado di autodeterminarsi e di prendere decisioni consapevoli sulla propria vita e quella che porta dentro di sé. E come tale va rispettata: mi sembra che spesso il dibattito non consideri con il necessario rispetto la donna in quanto persona capace di autodeterminazione e di scelte sensate.

    Solo la diretta interessata è in grado, e ha il diritto, di valutare se sussistono “circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito”, come recita la legge 194, e solo la direttadi decidere di conseguenza.

    La struttura dei consultori funziona. Non altrettanto funzionano, in Italia, i servizi per le madri e le famiglie.
    La Chiesa e le associazioni di volontariato cattoliche, oltre che le altre istituzioni, -vedi il sindaco di Milano che si è dichiarato disponibile a erogare finanziamenti ai volontari-, non dovrebbero impegnarsi in inutili pressioni psicologiche su donne perfettamente capaci di autodeterminarsi.
    Se davvero avessero a cuore la questione, dovrebbero invece destinare parte dei loro fondi e delle loro energie a ciò che è veramente utile a una madre. Al sostegno economico, alla costruzione di asili nido, oggi insufficienti, alla riprogettazione dei tempi di lavoro per chi si trova nella condizione di madre e lavoratrice.
    Questa potrebbe essere un’ottima strada perché una donna in difficoltà abbia strumenti concreti per diventare madre, senza compromettere la propria condizione di vita e quella del bambino che aspetta.

    Un'ultima cosa, qui parlavamo di un altro argomento, ma visto che l'aborto é molto sentito, mi riserverò di aprire nei prossimi giorni un topic e un sondaggio appositi per sentire con chiarezza le nostre opinioni, che sono tutte molto interessanti.

    RispondiElimina
  5. Chiedo venia, il topic é quello giusto, pensavo fossero in quello della pillola... Scusate ma l'età a volte fa brutti scherzi! Comunque aprirò lo stesso un topic apposito sull'aborto alla luce delle ultime dichiarazioni.

    RispondiElimina
  6. Personalmente sono uno strenuo difensore della legge 194 e provo ribrezzo nel leggere dichiarazioni come i pistolotti quotidiani del gerarcha ecclesiastico o del Ferrara di turno.
    Da progressista, libertario e razionalista quale sono innanzitutto non considero minimamente argomento di discussione il fatto che per coloro che sono cattolici gia l'embrione sia vita. Viviamo in uno stato laico che basandosi sui referti scientifici legifera in piena libertà e, indi per cui, le ingerenze vaticane in tale senso non dovrebbero influenzare l'attività del parlamento repubblicano, che però pullula di omini al (presunto)servizio del vaticano (vaticanisti se si parla di diritti civili, pacs, aborto e divorzio e finti sordi quando l'ex papa criticava l'aggressione statunitense all'iraq).
    L'embrione, come scientificamente provato, è vita "in potenza", non vita attiva e pensante e quindi non vita; se un giorno la scinza ci proverà il contrario sarò ben contento di rivedere la mia posizione, fino a quel giorno, per me, l'embrione non è vita (tra l'altro.."l'embrione è vita"..quindi si è anche contrari ai quesiti inseriti nel famoso referendum sulla fecondazione assistita, quello barbaramente scomunicato dal vaticano, boicottato da un popolo ignorante, la cui mancata approvazione continua a bloccare sperimentazioni che potrebbero giungere a nuove acure per il cancro? e inoltre ha fattosi che intere "banche" di embrioni pronti alla sperimentazione fossero abbandnate lasciate morire nei frigoriferi senza più prendersene cura..lo sanno gli anti referendum che hanno compiuto una strage, loro che credono nella vita dell'embrione?).
    Inoltre equiparare l'aborto ad un omicidio è una pericolosissima affermazione, significa far cadere la differenza di significato che sta tra l'uccidere un soggetto sociale pensante e vivo da più o meno tempo e impedire il crearsi del suddetto soggetto sociale. La differenza è abissale; omicido è accoltellare, picchiare a morte, sparare ad un individuo. Equiparare l'aborto all'omicidio porta sulla via intrapresa da Ferrara di "moratoria" sull'aborto dopo quella sulla pena di morte, un idea assolutamente malsana.
    Sul fatto che sul piano personale l'aborto costituisca una tragedia sono pienamente d'accordo (e non esistono donne o ragazze che dopo l'aborto ripensano a cuor leggero a ciò che hanno fatto, o almeno non ne ho mai incontrate), sul fatto che lo stato debba impedire che una donna eserciti la sua libertà di coscienza riguardo il tenere o meno un figlio (che può essere originato da uno sturpo, da una nottata in discoteca, o da un rapporto volontario seguito poi da problemi di vario genere insorti dopo il concepimento eyc) sono assolutamente contrario. E' un'idea conservatrice e reazionaria, la scelta deve stare all'individuo e se si vuole diminuire il numero di aborti non servono di certo quelle legioni di "volontari della vita" (adepti di una chiesa che protegge preti pedofili, santifica franchisti assassini della guerra civile spagnola, ha prima avallato e poi protetto il fascimo etc) sparpagliate per i consultori, ma serie politiche per ridurre il disagio delle generazioni giovani ed intermedie originato dalla completa precarizzazione dell'esistenza, che passa attraverso un lavoro insicuro e molte volte pericoloso e la perdita di se stessi nella modernità priva di senso. Serve una nuova cultura che sgretoli definitivamente il maschilismo e "machismo" strisciante, che propugni il confronto e non scontro di civiltà.
    Vi sono aborti che, anch'io da osservatore esterno e quindi dotato di un giudizio parziale ed incompleto sull'accaduto, posso considerare più moralmente accettabili e non perchè uno sia omicidio e uno no, ma perchè ad uno si arrvidi dopo una banale disattenzione (ragazzina in discoteca unbriaca) o dopo un fatto orribile (uno sturpo), ma ciò non toglie che la libertà di scelta va data ad entrambe queste donne, e dubito che la prima sarà molto meno provata emotivamente e psicologicamente dall'aborto che la senconda (e se così è posso considerare la prima un'irresponsabile, ma lungi da me l'idea di negarle il diritto di aborto che va al di là dei miei giudizi personali).
    Non mi permetto di dare giudizi o sentenze morali a persone che si sono trovate in una drammatica situazione (deciere se abortire o meno) che , per fortuna, non ho sperimentato. Temo sia facile giudicare dall'esterno e leggermente più complicato vivere dall'interno determinate esperienze.
    Uno stato laico, democratico e repubblicano deve dare libertà di scelta all'individuo che valuterà sul proprio caso l'opportunità di agire in un determinato modo, il proibizionismo o la restrizione della legge 194 riporterebbe agli aborti clandestini, agli aborti all'estero o a sconvolgenti situazioni di bambini tenuti "per forza" e obbligati ad una vita terribile. Libertà di scelta, tutto qui. Come riguardo l'eutanasia (che sarebbe anch'essa omicidio?).
    La legge 194 va perfezionata e modernizzata, il che non significa permettere l'aborto solo a determinate categorie di donne, cosa che porterebbe ad una spaventosa situazione di diseguaglianza.
    E la pillola RU, che per fortuna sta per essere introdotta cnhe in italia (o stava, dati gli ultimi accadimenti), un obrobrio anche lei?

    Naturalmente tutto ciò (dati scientifici comprovati a parte) rimane una mia personale opinione.

    ps. esperienza personale: i preservativi si rompono, sfiga ma può capitare, e la pillola del giorno dopo non è di così facile reperimento..

    RispondiElimina