lunedì 30 giugno 2008

Brescia vende il suo inceneritore alla Campania?


(ANSA)- NAPOLI, 30 GIU - L'inceneritore piu' grande del mondo da Brescia a Napoli: la cittadina lombarda avrebbe proposto di vendere l'intero impianto alla Campania. Lo dice Ennio Italico Noviello, primo ricercatore del Cnr di Roma: 'L'ho saputo proprio stamattina - ha spiegato in un incontro a Napoli - la proposta era di cederlo per 25 mln di euro, cioe' meno di quanto serve per completare quello di Acerra'. Una proposta, secondo Noviello, giustificata dal fatto che 'quell'impianto sta inquinando l'intera Lombardia'.


Ma stanno proprio parlando di quella colossale torre azzurra che si vede arrivando in città?

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7 commenti:

  1. A me piace, sul piano estetico. Tempo fa volevo fare anche io un post sull'inceneritore, appunto perché dovrebbe essere il più grande di non so cosa (adesso so che è d'Europa).

    Da un lato venderlo alla Campania potrebbe tornare utile alla Lombardia. D'altro lato, ritengo che la necessità di dover pure trasportare (su strada o meno) per mezza Italia i rifiuti mi sembra una cavolata. A questo punto alla Campania conviene costruirsi il suo inceneritore, dare lavoro a gente del posto e diventare pian piano autonoma. Mi pare la solita soluzione-toppa che ci caratterizza un po' troppo.

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  2. Si, ma io pensavo al problema, ritirato fuori, dell'inquinamento dell'ambiente e della salute delle persone, come trovare una via di mezzo?

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  3. L'inceneritore di Brescia venduto alla Campania? E' questo il risultato della fusione AEM-ASM?

    La tecnologia degli inceneritori è oggetto di dicussione. Giustamente.

    Ritengo che rappresenti però al momento la soluzione meno dannosa alla diseducazione ambientale della popolazione.

    Più investiremo nell'educazione al riciclaggio (fornendo anche un'infrastruttura adeguata), meno rifiuti inceneriremo.

    Per riciclaggio tendente a infinito, incenerimento tende a zero. Ma al momento servono entrambe le tecnolologie.

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  4. in realtà l'inceneritore incentiva a non riciclare, perchè dovendo essere sempre attivo (altrimenti non conviene economicamente) ha continuamente bisogno di roba da bruciare. E anzi, certe volte nelle zone dove c'è un inceneritore (come a Brescia) si bruciano i materiali divisi nella raccolta differenziata da aggiungere ai rifiuti generici in base alle calorie necessarie all'inceneritore per mantenere una certa temperatura, invece di riciclarli...

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  5. @franjis: io penso che neanhe a essere ottimisti possiamo sperare di ridurre a tal punto i rifiuti da non poter più alimentare un inceneritore. E se anche così fosse possiamo sempre accogliere rifiuti dall'estero come fa la Germania che viene pagata per smaltire i rifiuti campani.

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  6. Sono d'accordo con Daniel, la questione a mio parere rimane tutta nel far sapere alla gente, nel modo più trasparente possibile, a cosa va incontro.
    Quali sono i pro e i contro delle varie strade da percorrere, in modo tale da creare una diffusa consapevolezza che porti ad una decisione condivisa.
    Il problema è proprio la mancanza di questa trasparenza, che non manca di i provocare problemi (basti guardare la questione delle discariche o anche la questione TAV).

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  7. Visto che siamo in tema, lascio un link ad un articolo del Corriere su quello che sono riusciti fare a Venezia, riducendo al 6% i rifiuti che vanno in discarica senza inceneritori.

    Relativamente alla linea d'azione adottata da Berlusconi sul sempre più diffuso atteggiamento nimby si potrebbe pure discutere. Da un lato non sono d'accordo sulle decisioni prese nel particolare (mi paiono sempre toppe) come l'apertura di discariche senza la necessaria lungimiranza ambientale. Dall'altro mi sono rotto di chi continua a lamentarsi di passi necessari alla crescita del paese senza proporre uno straccio di alternativa.

    Democrazia non vuol dire che tutti rompono appena qualcosa non va bene a loro, ma che tutti collaborino e per farlo, come dice Silvio, serve competenza e consapevolezza diffuse.

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