giovedì 10 gennaio 2008

L'Ipod che uccide

10/01/2008 (tratto da alice.it)

Impegnati ad ascoltare musica, occhi semi-chiusi e labbra che si muovono per cantare sottotono le parole della propria canzone preferita. E poi attraversano la strada. L'utilizzo delle cuffie o della tastiera del telefonino sono due attività considerate "mortali" sia negli Stati Uniti sia in Australia.

A New York un senatore si è addirittura impegnato a formulare una legge, tutt'ora attiva, che proibisce l'utilizzo di gadget elettronici come iPod, telefoni e console da videogioco portatili mentre si attraversa la strada, pena una multa di 100 dollari. A un anno di distanza, ora tocca all'Australia, i cui teenager sono in fase di estinzione proprio per l'utilizzo di un iPod mentre attraversano la strada.

Le forze di polizia del New South Wales hanno rinunciato a formulare leggi e hanno così preferito una campagna pubblicitaria piuttosto forte, basata sul sensazionalismo e sulla paura, in cui si vedono alcune giovani vittime contornate dalle cuffie del loro prezioso iPod, in pieno stile CSI.

Lo scopo dell'agenzia creativa DDB è quello di focalizzare l'attenzione sul pericolo e sulla leggerezza con cui i teenager si isolano in un proprio mondo, scordandosi delle regole di sopravvivenza in quello reale, una per tutte, "guardare prima di attraversare". In verità, anche se nella campagna appare un iPod come causa della disattenzione, è proprio la sua presenza che può riscattare la distrazione delle giovani masse, cioé se non sono troppo impegnate ad ascoltare piuttosto che a guardare la pubblicità.



Ovviamente non si parla solo di I Pod, ma di lettori Mp3 in generale... Io ora vorrei formulare due quesiti: primo: é vero che i giovani "teenagers" preferiscono isolarsi nelle loro abitudini quotidiane, lasciando strada ad un acceso, ma rischioso "conformismo individualista"? (il cui esempio principe direi é il giovane che va in giro ascoltando la musica ovunque, disinteressandosi di quello che accade attorno a lui, ma ascoltandola con un elemento comune e tipico "di tendenza" come L'Ipod).
Secondo quesito: la tendenza ad estraniarsi dalla realtà (accostandosi ad essa solo per tipici elementi di massa) é sintomo di un disagio sociale giovanile, i cui orizzonti e prospettive si fanno incerti e i rapporti sociali tendono a sterilizzarsi?
Ovviamente i quesiti rispecchiano la mia opinione personale;)

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2 commenti:

  1. Sono una distratta musicale. E sono una teenager. Ma che cosa centra la musica col disagio giovanile? Una mia amica, di qualche anno più piccola, è esattamente quello che descrivi tu, sotto questo aspetto. Ma io la prenderei a calci una volta su due.

    Il fatto che i giovani si chiudano dalla realtà dipende anche dal fatto che gli adulti che vedono lo fanno, in vari modi.
    Le prospettive non ci sono per chi non vuole vederle.
    E la musica non è evasiva come lo è un romanzo?

    E gli automobilisti che non guardano i pedoni e fanno incidenti perché al telefonino?? Quelli sono diversi? Sono davvero i giovani ad avere il problema o semplicemente l'i-pod viene utilizzato soprattutto dai giovani?

    Puoi far vedere in TV che bisogna stare attenti come puoi dire che non bisgona fumare, ma pensiamo davvero che cambieranno? Gli amici dei morti FORSE staranno più attenti...

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  2. Bé, non darei una prospettiva così pessimista.. Il fatto di poter cambiare una società pregiudica anche il fatto di evitare che le cose vengano cambiate grazie alla consapevolezza di aver perso delle vite umane in modo futile...
    Il mio non era un attacco alla musica, ma un attacco a chi sta sopra le righe, chi si distrae, chi vive in un mondo tutto suo (se vogliamo fare una provocazione).
    Io faccio parte di questa categoria, a volte, ma mi rendo conto che per quanto possa essere allettante rifuggire per un po' dal mondo reale, mi rendo anche conto che alla fine si finisce solo per sbattere contro la realtà.
    Distaccarsi si, va bene, ma non se questo va a scapito della sicurezza.
    I lettori di musica (fin dal tempo del walkman) sono stati un modo per evadere, per stare un po' con se stessi.
    Un romanzo può essere la stessa cosa, ma leggerlo non pregiudica la sicurezza di una persona.
    Qui si rischia con la vita e non posso biasimare un automobilista attento e corretto se purtroppo investe una persona che all'improvviso attraversa la strada senza guardare e in fretta.
    Guido da poco tempo, ma mi rendo conto che se tante persone sono ancora vive lo si deve alla prudenza di tanti automobilisti, più che alla propria.
    Io vado sempre in giro con la musica, ma proprio per questo raddoppio sempre l'attenzione verso quello che mi circonda.
    Il mondo moderno é pericoloso, soprattutto per chi non vede limite tra attenzione e fantasia.

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