domenica 23 settembre 2007

Sg: l'epilogo

E alla fine é terminato tutto: un'epopea durata tre anni, una parte consistente della mia vita, che ha influenzato molte delle mie decisioni e molto della mia personalità.
Ho ufficialmente posto fine alla mia carriera e alla mia attività politica da "tesserato", da attivista vedrò cosa si può fare e valuterò suol momento.
Inutile dire che la politica italiana sta attraversando una crisi e non sarà certo il PD a contribuire a salvarla, si potrà solo fare la propria scelta al momento del voto e votare, forse, l'alternativa peggiore. Lo so, é brutto dire così e per impegnarmi affinché ciò non accada, mi impegnerò affinché anche a sinistra possa iniziare e concretizzarsi un progetto, perché tutto non tramonti in un'alternativa tra un centro filo-borgo-industriale-cattolico e la destra (bella alternativa).
L'attivo degli iscritti di oggi, alla presenza del nostro Presidente nazionale Fausto Raciti (Dio ce ne scampi, ma almeno lui ha sempre fatto quello che aveva detto) ha mostrato in tutta la sua chiarezza la profonda spaccatura che é venuta a crearsi all'interno della nostra organizzazione qui a Brescia. Inutile dire che si tratta di una spaccatura insanabile, anche perché non é possibile pensare a concretezze con persone che hanno cambiato schieramento dalla sera alla mattina (e non é un eufemismo, é stato temporalmente così). Inutile illudersi che la Sg possa rimanere com'é e soprattutto possa essere qualcosa di diverso dal PD: e non sono io che lo dico, lo ha ricordato anche Raciti oggi nel suo discorso conclusivo, ponendo la parola fine a tutte le polemiche o le illusorie speranze che avevamo persino all'ultimo momento mostrato). Il nostro documento, poco fattibile nei fatti devo ammettere, ma teso a dare un segno e un segnale all'assemblea, é stato messo in discussione persino nella votazione, che fosse legittima o meno, perché sembrava impossibile che ci fosse ancora gente atta a ribellarsi al Dio PD.
Mi spiace per Raciti o per tanti altri che pensavano di far passare nel silenzio, o peggio, con la forza, le loro idee. Abbiamo dimostrato che non tutti siamo d'accordo e siamo usciti da quell'aula a testa alta, scaricandoci il peso politico e personale che ci portavamo dietro da troppo troppo tempo.
Ho rassegnato le mie dimissioni incontestabili come segretario della Sg e ho riconsegnando la tessera, rinunciando a far parte di un'organizzazione che non ha nemmeno il coraggio di ammettere che tra poco non esisterà più (e sto parlando delle convinzioni nell'ambiente bresciano).
Il PD, se avrà una propria costituente giovanile, avrà una nuova organizzazione, la cui presunta indipendenza dal Partito verrà persino messa più in discussione da una pretesa scusa di formare fantomatiche generazioni dell'Ulivo (almeno, io farei così, tanto se sono arrivati fino a quel punto di può far passare qualunque cosa).
Aggiungo un invito: se davvero nascerà qualcosa a sinistra invito tutti a partecipare se possibile, se ci credono, per moderare e limitare l'azione di parti a volte sovversive come quelle di Rifondazione Comunista da una parte e per limitare derive centriste del PD dall'altra.
Non abbandonate la politica, mantenetevi estranei ai partiti se vi sembra giusto, come sto facendo io ora (e con dolore) ma partecipate e lavorate per quello in cui credete sempre e in qualunque momento, facendo passare o esponendo la vostra idea e la vostra posizione su tutti i piccoli e grandi fatti che vi circondano. Non c'é bisogno di andare ad urlare in piazza, una volta si può fare, ma dopo ci si deve impegnare a fare qualcosa di concreto e non c'é sempre bisogno del Partito con la pappa pronta dietro.
Si può fare politica nel piccolo e nel diretto in molti più casi e le conseguenze di questi gesti porteranno i Partiti a cambiare e forse a portarli più vicino a quanti tra noi, non si riconoscono in loro in questo momento.

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